Possono motivazioni apparentemente lontane e distanti per fede, tradizione, religione, condizione sociale, ricondurre ad un unico sentimento di prostrazione e angoscia? Ebbene si, il dolore della madre e di tutte le madri è universalmente trasversale. Come sia accaduta o come accadrà, a qualsiasi latitudine, l'offesa, la sofferenza e la morte del "figlio" spezza il cuore alla madre.
È con questa forte sensazione che si è sviluppata l'idea di un concerto in forma di "veglia" per le ore della passione, facendo anche riferimento alla tradizione che, in tempi passati, voleva che il Venerdì Santo si tenessero concerti in tutte le chiese. Così, "Madri Dolorose" si aggiunge ai tanti piccoli eventi che alcune persone attente e volenterose cercano di tramutare in progetti reali per la conservazione e la divulgazione del nostro patrimonio di arte, fede e cultura.
Il concerto fa riferimento al pianto di Maria e alla sua rappresentazione che, da millenni, ci giunge attraverso la musica, la pittura, la scultura, le forme teatrali e l'attualità. Un dolore che si perpetua nel tempo per le ferite del mondo e la morte di miagliaia di "figli".
Ovunque ci saranno violenza, guerre, fame, sopraffazione, disperazione, ci sarà il dolore e il pianto di chi soffre per qualcuno o qualcosa che gli viene "sottratto".
In tal senso "Madri Dolorose" è il ricordo e la ricerca di vecchie e nuove letture, emozioni infantili, suoni, tensioni, rabbie e preoccupazioni per un mondo che appiattisce e distrugge qualsiasi sentimento d'amore e d'armonia, privandoci dei valori fondamentali della solidarietà e della fratellanza.
Da queste "rabbie" e confidando nell'amore dei figli per tutte le madri, il bisogno di un concerto per speranze future, ripercorrendo i riti e le tradizioni di una cultura millenaria che, dalle antiche Laudi trecentesche a tutte le composizioni scritte nel corso dei secoli, raccontano di un dolore e di un amore universale.
E allora, la chiesa dei SS.Filippo e Giacono, dove esiste una comunità di persone e una guida che, ascoltando i bisogni reali di un'umanità dolente, alleviano il - dolore - auspicando un'umana resurrezione, è il luogo migliore da dove ricominciare per riflettere e ritrovare la nostra "passione".
Gianni Lamagna